Il Blog del Circolo del PD "Renzo Bonazzi"


Vetrine vuote. Una ricerca sulle attività chiuse in centro storico.


Introduzione.

A chiunque passeggi per il centro storico di Reggio salta subito agli occhi la gran quantità di vetrine che espongono il cartello "Affittasi" o più semplicemente con saracinesca chiusa. La novità non sta solo nell'incremento del numero di attività cessate, ma nella loro visibilità, dato che nessuna zona è risparmiata, anche quelle vie storicamente sempre al top dell'offerta commerciale (una per tutte la Via Emilia). Il fenomeno è ampiamente diffuso in tutte le città e va in parallelo con la crisi strutturale del commercio (che riguarda piccoli e grandi negozi, comprese le gallerie dei centri commerciali). Il trend è iniziato da tempo e pandemia e piattaforme online lo hanno prepotentemente accelerato. Il problema dei centri storici è che le nostre città, sin dal medioevo, si caratterizzano per una presenza capillare di attività commerciali, artigianali e di servizio, strettamente inserite nel tessuto urbano e la loro progressiva chiusura ne modifica la qualità. Negli ultimi anni l'esplosione di attività di ristoro e la trasformazione di molti negozi in garage hanno solo in piccola parte contrastato questa tendenza. Ma prima di avviare una riflessione più approfondita dei soliti queruli lamenti sul piccolo commercio (ma i mercati all'aperto, ad esempio, vanno ancora bene !), occorre verificare la situazione reale. Da qui è nata l'idea di fare una rilevazione empirica delle attività chiuse nel centro storico.

Metodologia.

L'indagine è stata effettuata tra il 31 maggio e il 10 giugno al martedì e venerdì (giorni di mercato) e al sabato. Sono state censite tutte le attività chiuse (locali sfitti, palesemente vuoti o con serrande chiuse per tutto il periodo). In alcuni casi nonostante il controllo dello stato della serranda o dei lucchetti non è stato possibile appurare la situazione e quindi in via prudenziale non sono state considerate chiuse, mentre lo sono state altre attività, soggette a ristrutturazioni interne o in alcuni casi dell'intero edificio, anche se probabilmente apriranno o riapriranno in un prossimo futuro. Sono state percorse tutte le vie principali e quasi tutte le secondarie, compresi i vicoli. L'isolato S.Rocco per motivi abbastanza comprensibili è stato considerato in modo unitario (e non distribuito quindi su due vie e due piazze, oltre alla galleria). Il centro storico è stato diviso in quattro quadranti risultanti dall'incrocio degli assi costituiti dalla Via Emilia (est-ovest) e dal percorso Teatro Municipale, Piazza Martiri del 7 luglio, Via Crispi, Via Farini, Via Bardi, Parco Cervi (nord-sud). Ovviamente i dati rilevati vanno letti tenendo conto che in generale il numero di strade e l'intensità commerciale sono decisamente maggiori nelle zone sud ed est della città storica. Non sono riportate le vie totalmente prive di vetrine. In conclusione stimiamo l'intervallo di confidenza superiore al 95%.



I dati.

Totale quadranti nord 84 (esclusa v. Emilia, inclusa v. Crispi)
Totale quadranti est 129 (escluse v. Crispi, v. Farini, p. Prampolini, inclusa v. Emilia S.Pietro)
Totale quadranti sud 120 (esclusa v. Emilia, incluse v. Farini, p. Prampolini)
Totale quadranti ovest 84 (escluse v. Crispi, v. Farini, p. Prampolini, inclusa v. Emilia S.Stefano)

v. Emilia S. Pietro 16
v. Emilia S.Stefano 20
v. Crispi 3
v. Farini 4
p. Prampolini 3
(queste strade dividono i quadranti e non sono quindi comprese nei loro totali)

Totale generale 220

Dettaglio quadranti

Quadrante nordovest 32

v. Caggiati                         3

v. Campanini                   0

v. della Volta                    0

v. dell'Aquila                    0

v. Franchetti                     1

v. Monzermone               5

is. S.Rocco                         9

v. S.Rocco                          7

Vic. Trivelli                       7

Quadrante sudovest   32

v. Berta                              0

v. del Portone                   1

c. Garibaldi                     10

p. Gioberti                         2

v. Guasco                           6

v. Guido da Castello        3

v. Migliorati                      1

v. Panciroli                        3

Quadrante nordest      49

v. Campo Samarotto      4

v. della Veza                     0

v. dell'Abbadessa            3

v. Ferrari Bonini              3

v.le Monte S.Michele     9

v.le Nobili                          0

v. Roma                            18

p. S.Francesco                  1

v. S.Girolamo                     0

v. S.Nicolò                          1

v. Secchi                             7

v. Sessi                                0

p. Vallisneri                       3

Quadrante sudest         61

v. Arcipretura                   0

v. Ariosto                            3

v. Boiardi                            2

Vic. Broletto                       9

v. Calderini                        1

v. Campo Marzio              0

p. Casotti                            0

Vic. Corbelli                       0

v. dei Due Gobbi                1

v. del Vescovado              4

v. della Croce Bianca      1

p. della Legna                   0

v. Don Zefirino Jodi         0

v. Fontanelli                      0

p. Fontanesi                      0

v. Fornaciari                      3

v. Franzoni                         2

v. Gazzata                           1

v. Giorgione                        2

v. Guazzatoio                     0

v. Guidelli                           7

v.le Montegrappa             1

v. S.Agostino                     2

v. S.Carlo                             6

v. S.Martino                       3

p. S.Prospero                      5

v. Squadroni                      2

v. Toschi                             3

v. Vittorio Veneto             3


Considerazioni finali.

Innanzitutto, è necessario ribadire come questa ricerca non abbia la pretesa di compiere un censimento completo e dettagliato del numero di locali commerciali attualmente sfitti nel centro storico di Reggio. Al contrario, lo scopo è quello di comprendere e permettere di comprendere il generale stato dell’arte sulla salute delle attività commerciali, artigianali e di servizio all’interno dell’esagono, in modo da poter ipotizzare possibili nuove politiche ed interventi per migliorare la situazione. I dati raccolti delineano una situazione preoccupante, in particolar modo in alcune delle principali vie della città, come nel caso dei due lati della via Emilia. Le conseguenze sono essenzialmente di tre tipi:

Conseguenze economiche: l’alto numero di esercizi commerciali chiusi diminuisce la circolazione di ricchezza del Centro e toglie stabilità economica a molte famiglie di esercenti;

Conseguenze sull’attrattività del Centro: la diminuzione delle attività dentro l’esagono diminuisce inevitabilmente l’appeal della porzione più antica di Reggio, rischiando di rivolgere ancora di più l’attenzione dei cittadini verso altre zone della città;

- Conseguenze “estetiche”: la maggior parte dei locali chiusi sono completamente inutilizzati da anni, impolverati e decadenti all’interno e fortemente bisognosi di manutenzione e restauro all’esterno.

L’analisi del problema non può che partire da tre doverose premesse.

La prima è la scelta urbanistica, attuata dalle varie amministrazioni comunali e statali degli ultimi 40 anni, di portare alcuni enti pubblici primari fuori dal centro storico (a cominciare dal tribunale, INPS, INAIL, ACI, Ufficio del lavoro ecc.). Da un lato sono state riqualificate zone di Reggio prima abbandonate a loro stesse, ma dall’altro la capacità d'attrazione del Centro ne ha risentito (con le relative conseguenze sulle attività commerciali). Da notare che alcuni degli edifici che ospitavano questi enti sono tutt'ora vuoti, pur a distanza di molti anni. 

In secondo luogo, una fetta molto consistente della proprietà immobiliare della città è in mano a un ristretto numero di famiglie, che non hanno la necessità di riempire i propri spazi se non al prezzo che questi ritengono più giusto, anche se non coerente con l’attuale mercato degli affitti. Gli effetti negativi di questo “conservatorismo edilizio” si riflettono anche sugli affitti di locali ad uso abitativo del nostro centro. 

Infine, dobbiamo analizzare il problema relativamente al mondo in cui viviamo, dove dopo la pandemia si è intensificato in modo smisurato ed incontrollato il commercio online, grazie ad applicazioni come Amazon o JustEat, diminuendo l’attrattività dei negozi “fisici” in favore di modalità di acquisto più veloci e comode.

Alla luce di queste premesse, vi sono alcuni possibili interventi per cercare di rivitalizzare l’attività commerciale del centro.

Accordi e protocolli d’intesa tra esercenti e proprietari immobiliari, ad esempio concordando affitti a canone inferiore per i primi anni di attività, per poi alzare le cifre ai livelli richiesti dai locatori. Consapevoli della mancanza da parte di quest’ultimi della necessità di occupare le proprie strutture, il Comune di Reggio Emilia dovrebbe intervenire in questi accordi come decisivo intermediario nell’ottica di comporre i vari interessi posti sul tavolo;

Riportare in centro storico attività direzionali, approfittando delle opportunità offerte dal nuovo piano urbanistico e dai cospicui investimenti del PNRR;

-  Bonus o sgravi fiscali per chi vuole aprire nuove attività in Centro o incentivi ai proprietari di casa che cedono gli immobili in affitto, in modo da facilitare l’incontro tra domanda e offerta, in questo momento molto distanti. Servirebbe indagare da un punto di vista legale quale spazio d’azione possa avere sotto questo aspetto il Comune di Reggio o se serva l’intervento di un’amministrazione di rango superiore;

Creazione di una piattaforma di e-commerce per i negozi della città, per creare un nuovo canale di vendita concorrenziale alle altre forme di commercio digitale. Va però ricordato come questa operazione sia già stata tentata durante la pandemia e abbia avuto vita breve.

In conclusione, appare chiaro come qualsiasi intervento volto a migliorare lo stato di salute delle attività economiche del Centro Storico non possa prescindere dalla necessità di instaurare un nuovo dialogo con i proprietari degli immobili, oltre che riuscire ad innovare le forme di commercio dei nostri esercenti. Ogni risultato dipende quindi da un profondo e rinnovato dialogo tra tutte le parti in gioco, dialogo nel quale il Comune di Reggio Emilia deve essere protagonista ed intermediario decisivo.


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