
Marta Dehò in un ricordo di Elena Montecchi.
Ho conosciuto Marta molti anni fa, quando era la Segretaria del Circolo del Centro Storico.
Il PD stava muovendo i primi passi perché da poco si era avviato il cammino per insediare il partito nei territori. Nonostante fossimo accomunati dalla condivisione del progetto fondativo del partito, il nostro percorso non fu semplice. Le sfide che Marta dovette affrontare, e noi con lei, furono molteplici.
Alcune di queste erano principalmente di carattere logistico e organizzativo: non avevamo più una sede e le disponibilità finanziarie erano pressoché nulle. Eravamo “poveri ma belli” come mi disse sorridendo durante una chiacchierata. Ci si riuniva qua e là, talvolta ospitati nella sede del circolo del Quartiere 3. Ma la sfida più difficile fu quella di tentare di costruire una sintonia umana, politica e operativa tra persone che avevano alle spalle delle storie politiche e sociali molto diverse tra loro. Dovevamo trovare un modo per superare i pregiudizi e le difficoltà derivanti dal fatto che si trattava di navigare in mare aperto, di costruire qualcosa di nuovo. C’era chi era abituato ad una militanza strutturata, basata anche su modelli organizzativi efficienti ma piuttosto rigidi, altri, invece, avevano maturato le proprie esperienze nell’associazionismo o nel sindacalismo di matrice cattolica, altri ancora, i più giovani, erano “nativi democratici”.
Di fronte a queste differenze di approccio alla vita del circolo, al dibattito politico e a modi di interpretare gli obiettivi organizzativi Marta, a prima vista, poteva apparire una dirigente naïf. Invece, a mio avviso, lei rappresentava un modo di intendere l’impegno politico assai più vicino al mondo in cui stavamo tentando di insediare un nuovo partito, diverso dalle storie precedenti.
Era una donna intelligente, possedeva innegabili doti professionali, era gentile, e, soprattutto, era sempre attenta alle opinioni degli interlocutori. Queste sue attenzioni verso gli altri sono state, secondo me, una delle carte vincenti nel “mazzo” di Marta perché il gruppo di punta del circolo imparò a collaborare e condividere progetti comuni. In quel gruppo c’erano delle persone di indubbio valore e che sviluppavano le loro idee - e realizzavano iniziative politiche - godendo di grandi spazi di autonomia. Alcune di queste persone sono prematuramente scomparse, altre hanno abbandonato l’attività di partito o hanno intrapreso strade politiche diverse dal PD.
Marta si impegnò a fondo nella direzione del circolo mantenendo inalterato il suo stile di relazione e la sua concezione di un impegno politico che non poteva e non doveva diventare assorbente rispetto alla vita familiare o al tempo libero. Probabilmente visse anche dei momenti di preoccupazione per il peso che avvertiva sulle proprie spalle, il circolo non era un mondo facile!
Dopo le sue dimissioni dalla segreteria, ho continuato ad incontrarla. Talvolta nel suo ufficio, in Piazza San Giovannino, oppure in qualche bar del centro. Era sempre piacevole e interessante conversare con lei. Ho appreso la notizia della sua scomparsa da Lanfranco De Franco, che fu uno dei “nativi democratici” del circolo, e ho provato un profondo dolore. Poi ho ripensato al periodo in cui abbiamo condiviso l’attività nel circolo, gli anni che Marta definiva “dei pionieri e degli esploratori”.
Erano gli anni in cui arrivava nelle sedi itineranti in cui si tenevano le nostre riunioni in sella alla sua inseparabile bicicletta, un po’ trafelata, ma sempre elegante.
Una signora in bicicletta.
Carissimi, cara Elena grazie per questo ricordo che fotografa l'immagi. ne della Marta che abbiamo conosciuto. Mi ritrovo molto nel racconto del suo stile sempre sobrio, mai urlato, consapevole delle difficoltà di questo complicato partito ma mai disimpegnata. Poi ad un certo momento non l'ho più incontrata e quando ho appreso della sua prematura scomparsa non mi sembrava possibile. Ancora non so come è stata la sua vita negli ultimi tempi né quale sia la causa della sua scomparsa. E non per curiosità ma ho come l'impressione che talvolta, spesso la perdita di contatti tra noi dia un tarlo e una cattiva attitudine della nostra comunità. A quelli che le sono stati più vicini voglio solo consegnare il ricordo di una bella persona. Ciao Marta
RispondiEliminaL'anonimo di cui sopra è sono Gigliola Venturini
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