Il Circolo Renzo Bonazzi è stato invitato dal segretario provinciale Massimo Gazza e da Marcello Moretti della Segreteria Provinciale del PD Reggio Emilia ad organizzare un incontro pubblico sul tema della Giustizia. Questo incontro si inserisce in un percorso più ampio che il PD provinciale vorrà portare avanti, quindi il nostro contributo come Circolo è stato quello di collaborare alla prima di una serie di iniziative, che porteranno ad un’Agorà, per questo motivo l’evento si chiama Verso l’Agorà.
La serata, dal titolo “Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge” ha richiamato un pubblico qualificato e numeroso e circa 70 persone hanno ascoltato con interesse la relazione di Luciano Violante che ha focalizzato l'attenzione sull'analisi politica degli ultimi trent'anni di rapporti tra società italiana e giustizia, inquadrandole in una cornice storica anche più ampia che ha descritto la genesi stessa delle istituzioni nei diversi contesti nazionali.
Il Presidente Violante ha offerto a titolo personale alcune soluzioni per dare nuovo vigore al sistema nel suo insieme, tra le quali la nomina del Vicepresidente del CSM da parte del Presidente della Repubblica (sottraendo così tale figura da una logica di trattative correntizie) e l'istituzione di un'Alta Corte composta da personalità con le stesse caratteristiche dei componenti della Corte Costituzionale, che sia giudice di appello nei confronti delle decisioni disciplinari e amministrative del Csm, del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa e di quella contabile. Insomma, una Corte per il ricorso di grado unico sulle decisioni degli organi di autogoverno di tutte le magistrature. Infine, riguardo alla valutazione dei magistrati, l'istituzione di un periodo di prova iniziale quadriennale degli stessi, in modo da poter così definire di fatto elementi di giudizio congrui e oggettivi fin dall’inizio della carriera.
Molti sono stati gli interventi, oltre a quelli già previsti della notaia Carmen Costabile (qui il testo completo) e della Avv. Celestina Tinelli (qui il testo completo). In particolare sono intervenuti anche l'Avv. Gabriella Mariani Cerati, la notaia Maura Manghi, Coordinatrice provinciale di Italia Viva e l'Assessore alla legalità del Comune di Reggio Emilia Nicola Tria. L’Avv. Mariani Cerati ha evidenziato il ruolo fondamentale di presidio democratico dell'Avvocatura; la Notaia Maura Manghi ha ricordato l’importanza dei Referendum sulla Giustizia e di recarsi alle urne, nonché la criticità, in relazione al principio costituzionale del Giusto Processo, del ruolo della Magistratura nella funzione di Pubblica Accusa in quanto espressione di un potere molto invasivo delle libertà personali senza il bilanciamento del Giudice davvero terzo, facendo parte della medesima Magistratura. L’Assessore alla Legalità Avv. Nicola Tria ha evidenziato l’importanza del dibattito con i cittadini sul tema, il timore che le Riforme non possano essere sufficienti e l’auspicio che si possa ripristinare la fiducia dei cittadini verso le Istituzioni.
Dal dibattito è emerso che nel rapporto fra politica e cittadini la giustizia svolge un ruolo importantissimo, ha impatto anche sulla fiducia, ma il sistema resta “questo sconosciuto” alla maggioranza dei cittadini.
Si è evidenziata inoltre la necessità di ricostruire un rapporto equilibrato tra i poteri fondativi delle nostre istituzioni repubblicane, che nel periodo passato, anche per oggettive situazioni storiche si è sbilanciato determinando un carico di responsabilità eccessivo su quello giudiziario al quale non ha però corrisposto, da parte della magistratura, la genesi di una visione riformatrice in grado di proiettare la stessa magistratura verso un'idea del proprio ruolo nel nuovo millennio.
Sono inoltre emersi diversi temi da approfondire nell'immediato futuro tra i quali lo stato attuale del rito accusatorio a trentatré anni dalla sua introduzione, il ruolo fondamentale di presidio democratico dell'Avvocatura in un'epoca condizionata da una logica giustizialista e infine la forte implementazione (peraltro prevista dalla riforma Cartabia) di un ventaglio di pene alternative e complementari in grado di rendere la giustizia più efficiente nel pronunciarsi sui contenziosi, e della cosiddetta “Giustizia Riparativa” questione basilare per evitare di divaricare all'infinito la frattura che si genera nella società, quando viene commesso un reato.
Nessun commento:
Posta un commento
Scrivi il tuo nome, altrimenti l'autore apparirà come "Anonimo"