Consigli per leggere, vedere, ascoltare qualcosa di utile e bello. Novità, classici, scoperte e riscoperte, basta che facciano bene al cervello. Ogni contributo intelligente è ben accetto.
Il film è del 2013 e il regista è Richard Curtis, lo stesso di quel Love Actually che va obbligatoriamente visto ad ogni Natale assieme agli altri grandi classici, ed esattamente come il suo compare più famoso anche questa commedia vi lascerà un sorrisetto melassoso sul volto dall’inizio alla fine. Protagonisti (Rachel McAdams e Domhnall Gleeson) adorabili dall’inizio alla fine, un Bill Nighy carismatico ogni secondo, e soprattutto una scelta sopraffina di musiche e colonna sonora. Vi sorprenderete di ritrovare “Il Mondo” di Jimmy Fontana, canticchierete questa versione di “How long will I love you?” di Ellie Goulding per giorni e giorni.
(Consigliato da Federico M.)
L'autore è Valerij Panjuškin, un giornalista e scrittore russo. Immediatamente dopo la stesura del suo reportage è stato costretto a fuggire a Riga (Lettonia) con la moglie e i figli.
Mosca ha invaso l’Ucraina nell’ora del lupo che, secondo un proverbio russo, è una breve fase della notte in cui le guardie di confine dormono profondamente. Il libro dà voce ai rifugiati ucraini fuggiti dalle zone di guerra verso i confini occidentali del loro Paese e a coloro che sono stati costretti ad approdare nei campi profughi russi. Qui Panjuškin, prima della militarizzazione dei campi, ha incontrato anche uomini e donne russi che condividevano il dolore dei profughi di guerra. L'Autore non nasconde i sentimenti ambivalenti dei russi verso le azioni militari in corso, le fratture all’interno delle famiglie tra chi condivide l’operato di Putin e chi lo avversa. Anche la sua famiglia è divisa e nelle prime pagine del libro è riportato un dialogo durissimo tra lui e il padre che sostiene l’azione militare contro i “nazisti ucraini”. (Consigliato da Elena M.)
Così come la letteratura inglese deve moltissimo agli scrittori irlandesi, quella russa è debitrice verso quelli ucraini. Isaak Babel' è uno di questi e diede il meglio di sé nei suoi racconti. Qui è descritta in modo epico e picaresco la vita della malavita ebraica della città di Odessa, con uno sguardo nostalgico a tempi irrimediabilmente passati. Babel' fu un rivoluzionario e combattè con l'Armata Rossa, ma cadde poi vittima delle purghe staliniane nel 1940. La frase con cui si conclude uno degli ultimi racconti, Froim Grač, che da solo vale il prezzo del libro, è emblematica e dovrebbe sempre farci riflettere: "A che poteva servire quest’uomo nella società futura?" (Consigliato da Maurizio F.)

Serie Tv di cui è da poco terminata la prima stagione. Tratta da un videogioco di successo, tecnicamente è la storia, già vista cento volte, di un'odissea di sopravvivenza in un mondo postapocalittico popolato da zombi (niente virus, qui il colpevole è un fungo). Eppure una sceneggiatura coi fiocchi e una recitazione sontuosa fanno il miracolo. C'è azione, horror, tenerezza e soprattutto una feroce e a volte urticante necessità della spietatezza, se si vuole rimanere moralmente umani. Nessuna facile metafora e anni luce dal bieco politically correct di questi anni. Una delle cose migliori e per certi versi "educative", passate in televisione.
(Consigliato da Maurizio F.)
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